I visited the Roberta Sudbrack‘s restaurant in June of 2012, when I lived in Rio de Janeiro. It’s certainly one of the most emerging restaurants in the Brazilian gastronomy, without any doubt the best of its kind in Rio, characterized by a strong creativity, but very much linked to the traditional local products (quiabo, chuchu, piracuí,…). This year the Sudbrack was ranked tenth in the prestigious list The Latin America’s 50 Best Restaurants. She is not yet among the top 50 in the list The World’s 50 Best Restaurants (in 2013 ranked number 80), but for the former chef of the Brazilian presidential palace future seems interesting.

The menu is fixed (Experiência Sudbrack) in the sense that you can not order a la carte, but as is claimed by Roberta “changes each and every day according to what’s available in Zona Sul’s excellent food markets”, even though, surfing on the web, the main creations always seem the same…

In our case the menu as of 22 June 2012 proposed:

• Amuses:
  • Curau, pele de banana e caviar (typical brazilian custard with banana skin and caviar)
  • Palmito bebê, passata de tomate e basilico (Baby heart of palm with tomato puree and basil)
  • Burrata, flor de abobrinha e jamon ibérico (Burrata, zucchini flower and jamon ibérico)
  • Quiabo defumado em camarão semicozido (smoked okra with semi-cooked shrimp)
• Lagostim em lâminas de chuchu e leite de amendoim (crayfish with sliced chuchu and peanut milk)
• Ravióli de cará e piracuí
• Cordeiro de leite assado com rapadura e praliné de farinha de milho (roasted milk-fed lamb with rapadura sugar and praline of cornflour)
• Queijo (Cheese selection)
• Sorbet
• Leite Frito (Fried Milk)

Experiência Sudbrack

We accompanied our meal with a Pinot Noir Burgundy Croix Violette 2008 Côte de Nuits-Villages di Frédéric Magnien.

Overall a very good experience (the “Sudbrack’s classics” like the chiabo defumado and, above all, the leite frito were delicious) although personally the feeling was that something needed to be further refined: the microscopic portions (one single dumpling/raviolo, the micro cup with pumpkin consume, etc.) perhaps were stylish in the 80s with the emerging “nouvelle cuisine” fashion, but today all the best restaurants in the world propose creative dishes that go beyond the simple “tasting bite”.

Finally a note really out of tune for a restaurant that aspires to be part of a certain lineage: I found surreal having to pay “cash”…in Rio, where walking around with the wallet plenty of cah is not the best solution… (credit cards were not accepted!) … I hope that today this has changed.

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Ho visitato il ristorante di Roberta Sudbrack nel giugno del 2012, quando abitavo a Rio de Janeiro. E’ certamente uno dei ristoranti più emergenti della gastronomia brasiliana, senza dubbio il migliore del genere a Rio, caratterizzato da una forte creatività, ma fortemente legata ai prodotti tradizionali locali (quiabo, chuchu, piracuí,…). Quest’anno la Sudbrack si è classificata decima alla prestigiosa lista The Latin America’s 50 Best Restaurants. Ancora non è tra i primi 50 nella lista The World’s 50 Best Restaurants (nel 2013 è al numero 80), ma per l’ex chef del palazzo presidenziale brasiliano le prospettive sembrano interessanti.

Il menu è fisso (Experiência Sudbrack) nel senso che non si può ordinare a la carte, ma, come afferma la stessa Sudbrack, “cambia ogni giorno, in funzione del meglio che si trova nei mercati della Zona Sul di Rio”, anche se, navigando sul web, le creazioni principali sembrano sempre le stesse.

Nel nostro caso il menu del 22 giugno del 2012 proponeva:

• Amuses:
  • Curau, pele de banana e caviar (tradizionale crema brasiliana con buccia di banana e caviale)
  • Palmito bebê, passata de tomate e basilico (Palmito bebè, passata di pomodoro e basilico)
  • Burrata, flor de abobrinha e jamon ibérico (Burrata, fiori di zucchine e prosciutto iberico)
  • Quiabo defumado em camarão semicozido (Ocra affumicata con gambero scottato)
• Lagostim em lâminas de chuchu e leite de amendoim (gamberone con lamine di chuchu e latte di noccioline americane)
• Ravióli de cará e piracuí
• Cordeiro de leite assado com rapadura e praliné de farinha de milho (Agnello di latte arrostito con zucchero rapadura e praline di farina di mais)
• Queijo (selezione di formaggi)
• Sorbet
• Leite Frito (Latte fritto)

Abbiamo accompagnato i nostri piatti con un Pinot Nero Borgogna Croix Violette 2008 Côte de Nuits-Villages di Frédéric Magnien.

Nel complesso un’ottima esperienza (i classici “Sudbrack”come il chiabo defumado e, soprattutto, il leite frito erano deliziosi) anche se personalmente la sensazione è che qualcosa debba essere ancora raffinato: le porzioni microscopiche (un raviolo, la micro tazza per il consomè di zucca, ecc.) forse andavano bene nella “nouvelle cousine” anni 80, ma adesso tutti i migliori ristoranti de mondo propongono piatti creativi, ma che vanno al di là del semplice “assaggio”.

Infine nota davvero stonata per un ristorante che ambisce a rientrare in un lignaggio di un certo tipo ho trovato surreale la necessità di dover pagare “cash” …che a Rio non è proprio il massimo…(carte di credito non accettate!)…spero che oggi questo sia cambiato.