Ho deciso di “battezzare” così il mio ultimo viaggio in Francia fatto nell’agosto del 2010. In effetti il tracciato sembra quello di una Grande Boucle. Partiti da Milano abbiamo raggiunto la nostra prima tappa (Jumieges, a due passi da Rouen) per poi visitare nell’ordine Normandia, Bretagna, Nantes, Ile de Re, Aix-en-Provence, St.Tropez e St. Paul de Vence. In sintesi: 15 giorni, 5455 Km e 600 mt percorsi in auto, 40 città visitate. Certo, mi manca il Turmalet, ma direi che per compensare ho coperto anche due isole (Belle Ile in Bretagna e Ile de Re). Questo sarà un racconto innanzitutto fotografico e mi soffermerò come al solito anche su aspetti a me cari come quelli enograstronomici, curiosità e qualche consiglio per eventuali viaggiatori.
Vale la pena soffermarsi un attimo sul giardino davanti la casa di Monet a Giverny. E’ un incanto e si rivive pienamente l’atmosfera in cui il grande pittore impressionista ha fissato su tela alcuni dei suoi capolavori più famosi come la serie delle Ninfee.
– La Cote Fleurie rivivendo la Belle Epoque al Vieux Bassin di Honfleur e sulla spiaggia di Daeuville tra ostriche, homard e champagne (anche se il tempo non era proprio da Belle Epoque…)

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO160

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160
A Deauville segnalo un ottimo ristorante:
Augusto Chez Laurent ovvero come dice il payoff del biglietto da visita “Le roi du Homard”…ed ho detto tutto. Abbiamo gustato delle ottime ostriche di Isigny sur Mer (N.3, misura media), 670 gr (!) di Homard Grille alla “Augusto façon” (arrostita e insaporita con una salsa a base di vermouth secco Noilly Prat, uova dell’homard e l’immancabile crème fraiche: squisita), Brochette de Lotte (Rana pescatrice) e come dessert una Tarte de Pommes. Il tutto innaffiato con Billecart Rosè. Voto: 9 per cibo, servizio e location.
– Caen ed i luoghi dello sbarco

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160
– Da Nez de Jouburg a Le Mont Saint Michel, passando per la…Sicilia!

Leica M9; 50mm; ISO 160
Ad un certo punto, quasi per caso ci siamo imbattuti in una piccolissima cittadina nella Bassa Normandia, nel dipartimento della Manche, proprio all’inizio della penisola di Contentin, non molto distante dalla città di Couatances. Si tratta di
Hauteville La Guichard. Sembra incredibile, ma in questo posto minuscolo (oggi appena 372 abitanti) nel 1031 circa nasceva Ruggero d’Altavilla detto “Bosso”, figlio di Tancredi e fratello di Roberto il Guiscardo. Ruggero intorno al 1061 liberò la Sicilia dagli Arabi dando inizio ad uno dei periodi più floridi dell’isola: la Sicilia Normanna. La storia è nota. Dapprima venne costituita la Contea di Sicilia e Ruggero nominato “Ruggero I di Sicilia o Gran Conte di Sicilia” per poi divenire vero e proprio Regno nel 1131 sotto suo figlio Ruggero II. Con gli Altavilla il Regno di Sicilia arriva a coprire non solo la Calabria, la Campania e la Puglia, ma anche Malta, l’attuale Tunisia, parte dell’attuale Libia (inclusa Tripoli) e Corfù.

– Le Mont Saint Michel e la Grande Maree

Leica M9; 50mm; ISO 160
Mont Saint Michel è di per sè magnifica. Se poi si ha la fortuna di visitarla nel giorno della Grande Maree diventa davvero un’esperienza unica. Siamo arrivati a Mont St Michel il 12 Agosto. Per quel giorno il coefficiente della marea era 112 (per essere considerata grande una marea deve avere un coefficiente di minimo 100)…non potevamo perderci quello spettacolo.
Di seguito riporto alcuni scatti tra prima (bassa marea…il livello del mare si è abbassato di circa 14 metri equivalenti ad un arretramento di più o meno 10 km) e dopo (il mare è arrivato davvero “galoppando”…tra le 19.30 e le 20.40 era tutto sommerso, parcheggi inclusi!)

Leica M9; 50mm; ISO160

Leica M9; 50mm; ISO160

Leica M9; 50mm; ISO 160
Gastronomicamente il Mont significa una sola cosa:
La Mère Poulard. Questa locanda è famosa in tutto il mondo per
l’omelette, la cui ricetta pare sia segreta addirittura dal 1875.
Noi abbiamo gustato quella con prosciutto di Cotentin e con salmone affumicato (in realtà l’omelette è la stessa, solo che ti portano un piattino a parte con il condimento che hai chiesto) accompagnata da un buon Cidre. Sarò sincero è molto più fumo che arrosto. La preparazione è spettacolare…il gusto non poi così speciale.

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160
Prima di lasciare la Normandia menzione speciale va al
Manoir de la Roche Torin, dove abbiamo alloggiato durante la nostra permanenza al Mont. Situato a Courtils, a circa 10 Km da Mont Saint Michel, magari non è architettonicamente fantastico, ma è in una posizione invidiabile con un’eccellente vista della baia di Mont Saint Michel e fuori dalla confusione giornaliera del Monte. Soprattutto ha un eccellente ristorante che fa un ottimo
Agneau de Prè-Salè, cioè l’agnello che pascola nei prati della baia che, a causa delle maree, sono ricchi di sale marino. Io ho gustato la “
Grand Degustation“, che comprende diverse parti dell’agnello (coscia, spalla, costoletta…) cotte a legna sul fuoco del camino. Una delizia.
BRETAGNA
– Sulle tracce di Obelix, poi Saint Malo, Dinard e Cap Frehel…ancora all’insegna di bassissima marea

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160
– La Cote de Granit Rose passeggiando per il Sentiero dei Doganieri (dalle foto non si nota, causa tempo grigissimo, ma era davvero tutto rosa)

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9, 50mm, ISO 160
Così appariva il mare dalla spiaggia di Tregastel. Difficile davvero uscire in barca…

Leica M9; 50mm; ISO 160
– Gli Enclos Paroissiaux
I complessi parrocchiali Bretoni sono una cosa davvero unica (nel senso letterale del termine visto che non esistono da nessuna altra parte al mondo) e meritano certamente una visita per rendersi conto di cosa si tratti. Si trovano nella Bassa Bretagna (quella più radicale per intenderci dove la lingua bretone, di estrazione celtica simile al gallese o al gaelico, è una istituzione…Bretagne qui diventa Breizh…) tra Morlaix e Brest. Sorgono attorno alla chiesa del paese e sono composti da un ossario, un calvario, una sacrestia esterna ed una porta monumentale (“porta trionfale”) ed hanno origine tra il XV ed il XVII secolo. Qui di seguito riporto alcune foto con particolari dei calvari (a mio giudizio la cosa più spettacolare)

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9, 50mm, ISO 160

Leica M9, 35mm, ISO 160
– Gli Abers e le Punte della Bretagna occidentale
L’estremità occidentale della Bretagna è molto affascinante (non a caso di chiama “Finistere”). Sono 4 le cose che ricorderò:
1. gli Abers: estuari che letteralmente intagliano la frastagliatissima costa (in pratica sono dei fiordi bassi)
2. le Punte da cui si possono ammirare panorami spettacolari
3. le mangiate di Fruits de Mer e di Homard (qui sono presenti i più importanti allevatori di ostriche del mondo)
Ma andiamo per ordine. Qui sotto una carrellata di foto scattate da Aber Wrac’h e dalle principali Punte della Costa

Leica M9; 90mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160

Leica M9; 50mm; ISO 160
E veniamo agli aspetti enograstronomici. Ad Aber Wrac’h (Landèda) un must è certamente
Le Vioben. Abbiamo mangiato una Homard Grille (800 gr) spettacolare arrostita nature ed innaffiata con cognac, le immancabili Huitres Creuses N.3 di Prat Ar Coum, un assiette di Langoustines con mayonese fatta in casa. Voto: 10
A due passi da Aber Wrac’h si trova
Prat Ar Coum, uno degli allevatori di ostriche più rinomati della Bretagna. E’ anche possibile andare al ristorante che si trova proprio dentro l’allevamento. Noi ci siamo stati. In particolare io ho preso il
Plateau ed ho avuto modo di degustare sia le ostriche
creuses che quelle
plates (più ambite, perchè più rare…rappresentano appena l’1% dell’allevamento annuale in Bretagna…e quindi più care…). Ottimo il vino, un Muscadet fatto appositamente per l’allevamento (vedi foto sotto) che viene lasciato affinare in bottiglia dentro la vasca di allevamento delle ostriche per un anno. Interessante.

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Infine come accennavo sopra non posso esimermi dall’esternare tutto il mio disappunto per Le Baie des Anges, l’albergo dove siamo stati ad Aber Wrac’h. Il posto è davvero molto carino e questo non fa altro che accrescere il mio disappunto. In una parola: servizio pessimo, il peggiore che mi sia mai capitato in vita mia. Arrivati in albergo dopo un giorno di viaggio, rimaniamo in attesa di parlare con qualcuno per almeno 15 minuti (!). Una volta in camera notiamo che la porta/finestra (che da quindi sulla strada) non si chiude bene. Chiamiamo e ci dicono che manderanno qualcuno, un fabbro… se lo trovano (eravamo al 14 agosto alle 21…). Alla fine dopo sfuriata al telefono arriva un tizio (non era certo il fabbro) che con una spallata chiude la porta e ci guarda come per dire: ma non vedete che si chiude? Di cosa vi lamentate? Nel frattempo realizziamo che sono le 21.30 e che al nostro arrivo la receptionist ci aveva chiesto se volevamo prenotare un ristorante nel paese. Noi avevamo optato per il succitato Vioben…ma non avevamo mai ricevuto alcuna conferma. Chiamiamo la reception, nulla. Scendo per sapere cosa succedeva e…trovo la receptionist che stava servendo i tavoli del ristorante dell’albergo (!). Le chiedo se aveva la conferma della nostra prenotazione, lei mi guarda stralunata e mi dice che si era dimenticata di chiamare (!!!!)…per fortuna c’era ancora posto (non è scontato in Francia). Ma il bello viene la mattina dopo. Vado dal direttore per lamentarmi di quello che era successo. Lui mi dice che per quanto lo riguardava era tutto ok. Io allora insisto e dico che essendo il Cliente lui doveva come minimo ascoltarmi. E qui la perla: inizia ad urlare dicendo che se io ero il Cliente lui era l’Owner, se pertanto non mi stava bene potevo andarmene perchè lui avrebbe impiegato 2 minuti a trovare un altro Cliente. Insomma un incubo. Il signore deve ringraziare che era Ferragosto, domenica e non potevamo permetterci di rovinarci la vacanza per trovare un altro albergo “in the middle of nowhere”, ma di sicuro in quell’albergo non tornerò mai più e sconsiglio chiunque ad andarci.
– Concarneau, bomboniera medievale alla scoperta dei dolci bretoni
La Ville Close di Concarneau è una vera bomboniera, una Saint Malo in minitura. Soprattutto per i golosi è la mecca dei dolci bretoni. Presso la
Maison du Kouign Amann, nella piazzetta principale, si possono assaggiare i dolci bretoni più tipici dal burrosissimo Kouign Amann appunto (un cartello all’ingresso urla che qui si fanno i migliori Kouign Amman della Bretagna…un pò come dire che a Palermo si fanno i migliori cannoli della Sicilia…) al Far con le prugne (comprensive di osso…occhio).

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160
– La Belle Ile e le sue coloratissime finestre, Quiberon ed i megaliti di Carnac
Qui va fatta una premessa. La Belle Ile è un’isola bellissima, inaspettata direi, nel senso che mai avrei immaginato un’isola così bella nell’Atlantico europeo. Purtroppo si è presentata malissimo, il tempo era tra i peggiori di tutta la vacanza… Qui sotto una raccolta di foto legate a ciò che più mi ha colpito: La Pointe des Pulains, le Aguilles de Port Coton (altro soggetto famosissimo di Monet) e le coloratissime finestre di Bangor

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160
Infine l’ultima tappa bretone: gli allineamenti dei
monoliti di Carnac (risalenti al 3000 a.C. circa)

Leica; 50mm; ISO 160
DA NANTES A SAINT PAUL DE VENCE
L’ultima parte del viaggio è stata caratterizzata da 5 tappe fondamentali: Nantes, Ile de Re, Aix-en-Provence, Saint Tropez e Saint Paul de Vence, ultimo luogo prima di rientrare in Italia.
– Nantes
Di Nantes mi piace ricordare due cose: la torre della fabbrica LU (quella dei Tuc, ma soprattutto dei mitici Petit Beurre) che oggi si chiama Le Lieu Unique e il ristorante La Cigale che oltre ad essere buonissimo è un vero gioiello di art decò. Alla
Cigale abbiamo gustato le solite Huitres (questa volta quelle di Quiberon, ma sempre N.3), del salmone affumicato (specialità della casa) ed una cocotte di verdure davvero buonissima. E’ un posto dove andare assolutamente se si passa da Nantes, anche solo per vedere gli arredi interni.

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160
Qui di seguito il curioso muro de
Le Grenier du Siècle: qui il 31 dicembre 1999 alcuni cittadini hanno sigillato alcuni oggetti rappresentativi del XX secolo che potranno esser riaperti solo il 1 gennaio 2100

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160
– Ile de Re
Mi avevano parlato di questa isola frequentata dai parigini per le loro vacanze e passando da La Rochelle non potevamo non fare un salto. Diciamo subito che è un isola molto particolare visto che vi si accede da un ponte (alla Belle Ile abbiamo dovuto prendere un traghetto e la navigazione dura circa 45 minuti) per cui non si ha proprio la percezione di isola, ma per il resto è un vero gioiellino: spiagge fantastiche (colori e sabbia quasi da caraibi…la temperatura dell’acqua un pò meno…), paesini molto caratteristici e coloratissimi, ma soprattutto quello che colpisce è il numero spropositato di biciclette. Tutti vanno in bici e c’è una bici in ogni angolo. Un posto davvero ideale per una vacanza con la famiglia. Infine ogni tanto si incrociano animali alquanto bizzari come asini pelosissimi come se fossero delle enormi pecore (vedere le foto qui sotto per credere): gli Asini Rasta!

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160
A Ile de Re abbiamo mangiato in un ristorantino a Sainte Marie de Re (
Chai Pepette). Qui finalmente sono riuscito ad assaggiare le famose
Moules Frites (cozze bollite e patatine fritte, uno dei classici in Francia).
– E per finire, carrellata finale da Aix en Provence a Saint Paul de Vence

Leica M9; 35mm; ISO 160
Qui sotto la mitica brasserie Les Deux Garcon di Aix en Provence tanto cara a Cezanne e Zola

Leica M9; 35mm; ISO 160
Almeno c’è chi la prende con ironia…

Leica M9; 35mm; ISO 160
Il mitico
Le Club 55 a Ramatuelle (St.Tropez): qui il must è il pranzo…imperdibile il carciofo gigante

iPhone

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Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160

Leica M9; 35mm; ISO 160